28/01/09

15 anni di rabbia

Pubblicato martedì 27 gennaio 2009 in Germania

[Süddeutsche Zeitung]

Marco Travaglio è il più tenace osservatore di Silvio Berlusconi

Due ore dopo questa intervista Marco Travaglio salirà sul palco in una sala dell’ostello della gioventù di Monaco di Baviera. Circa 200 persone lo accoglieranno calorosamente, la maggior parte di queste sono italiani trasferitisi in Germania.

E Travaglio non li deluderà. Racconterà aneddoti per quasi due ore: sul Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi, sul suo partito il Popolo delle Libertà e sul sistema politico italiano, secondo lui disastroso.

Farà ridere i suoi ascoltatori fino a farli piangere, e qualche volta riderà anche lui. Sembrerà una serata divertente, ma questo è il modo in cui Travaglio si batte contro Berlusconi. Si batte contro l’uomo che è capo del governo e imprenditore nel campo dei media, e un motivo di vergogna per l’Italia, come ritiene Travaglio.

Prima dello spettacolo è diverso. In un locale italiano nel quartiere di Haidhausen siede un uomo piccolo e magro con i suoi capelli grigi incontrollabili, e non si comporta affatto come un giullare. Racconta delle mancanze di Berlusconi come capo del governo su: corruzione, concussione, nepotismo, potere incontrollato dei media, così prosegue tra una pausa e l’altra. Il politico utilizza il suo potere mediatico per imporre ai giornalisti il modo in cui fare informazione. E utilizza il suo potere politico per tenersi fuori dai processi. Travaglio dice tutto questo già da tempo, da 15 anni, da quando Berlusconi è diventato per la prima volta Presidente del Consiglio.

Finalmente di nuovo delle interviste

Marco Travaglio è uno dei più famosi giornalisti d’inchiesta in Italia ed è uno dei pochi che si oppone al potere di Silvio Berlusconi. Il qurantaquattrenne scrive anche su testate minori, “che in realtà non potrebbero permetterselo”. La maggior parte delle volte scrive di Berlusconi. Prima delle ultime elezioni politiche nel 2008 ha pubblicato, insieme al giornalista Peter Gomez, un libro dove ha raggruppato meticolosamente i nomi dei politici italiani pregiudicati. Il risultato della ricerca è allo stesso tempo anche il titolo del libro: “Se li conosci li eviti”. Un libro del genere non c’era mai stato, ma non ha aiutato. Travaglio appare anche in televisione, e da poco è anche cabarettista e fa battute. Su Berlusconi. “A volte è faticoso” dice.

Ma finchè c’è Berlusconi non c’è un argomento più importante per lui. Occasionalmente Travaglio parla anche della sinistra italiana. Che è divisa e debole: “Se non ci fossero, Berlusconi li avrebbe inventati esattamente così”. E’ colpa della debolezza dell’opposizione se Berlusconi siede così sicuro sulla poltrona di Presidente del Consiglio. Ed è sempre colpa delle sinistra se a Travaglio tocca costantemente ribadire tutte queste cose.

Gli spettacoli di Travaglio girano per l’Italia, i suoi libri vendono bene. Dovrebbe essere quasi riconoscente a Berlusconi. “Se ad un certo punto lui se ne andrà, non ne sentirò la mancanza” dice. A quel punto scriverà di altre cose, in televisione parlerà d’altro. “Ma questo succederà solo quando Berlusconi sarà acqua passata”. Il fatto che negli ultimi 15 anni il potere di Berlusconi sia cresciuto lo ha reso stanco e con poca speranza. “Quando se ne sarà andato, io ci sarò ancora” dice Travaglio. Allora darà una grande festa. E la sua missione sarà conclusa.

Il giornalista non ha mai ottenuto un’intervista con Silvio Berlusconi. Non gli è mai stato permesso di fare domande durante una conferenza stampa. Che cosa chiederebbe, se potesse? Travaglio ci pensa su. Le azioni di Berlusconi parlano da sole, dice infine. “Non ci sono questioni da chiarire”.

[Articolo originale di Angelika Slavik]

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