25/10/10

Merita la valutazione.

Ho appena finito di guardare l'intervento di Sergio Marchionne a Che tempo che fa, di Fazio, l'altra sera (domenica 24/10), un'intervento di circa 30 minuti dove ha parlato di tutta la situazione Fiat e del rapporto con gli operai dei vari stabilimenti, in particolare mettendo in luce l'enorme differenza di produttività tra quelli italiani e quelli situati all'estero. Senza scendere nel tecnico e nello specifico, credo che le parole di quest'uomo non siano affatto da deplorare o da condannare senza appello, come ha fatto la tv e la stampa i queste ultime ore. Credo che ci troviamo di fronte a un caso di malainformazione al contrario di come di solito siamo abituati a sentire, vedere o leggere tutti i giorni : è più dalla parte diciamo così di sinistra che gli attacchi per lo più infamanti provengono, tralasciando del discorso fatto dall'amministratore parti fondamentali e vere che non hanno nulla a che fare con l'antititalianità o gli attacchi agli operai ipotizzati dagli organo di informazione. Quello che dice Maechionne è fondamentalmente vero e inconfutabile, una denuncia a 360 gradi della scarsa produttività che il nostro Paese ha a livello sistemico oramai da troppi decenni.E una cosa importantissima che dice è che non c'è più tempo, o si cambiano le rgole del rapporto di lavoro o per le aziende non ci sarà più spazio a livello internazionale. Ma cambiare le regole non significa penalizzare ulteriormente le condizioni degli operai, nè tantomeno ridurre i loro diritti sul lavoro, ma significa riorganizzare certe dinamiche lavorative che oggi sono una enorme zavorra appunto sulla produttività degli stabilimenti.
Credo che Marchionne abbia preso ad esempio la Fiat ma si riferisse a tutto il Sistema-Italia, e alla sua dirigenza, e credo abbia dato esempio di speranza per i giovani. Per questo mi sento dire che almeno l'attenzione e l'approfondimento le sue parole le meritino.
 

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