01/03/09

Tutto rallentato, quasi fermo.

Questa sera ho visto in tv, su RAI 3, la quarta puntata del ciclo "Presa diretta" del buon Iacona, e trattava come tema il futuro, inteso come prospettive di crescita in questo periodo del nostro presente contrassegnato dalla grande crisi. Non voglio stare qui a fare il riassunto della puntata, anche perchè come gia detto qualche post addietro c'è la possibilità di rivedersi le intere serate in rete nel sito del programma: la cosa tragica che è passata come mesaggio è che in Italia se hai idee, voglia, entusuasmo devi per forza muoverti senza contare sull'aiuto di nessuno! Con "nessuno" intendo lo Stato in primis e le banche o altro istituto di credito che non fanno nulla, ma proprio nulla, per aiutare le realtà che hanno, nonostante il momento drammatico per le economie, dei piani di investimento e programmazione futura ben definiti e che se incentivati probabilmente darebbero veri risultati. Per risultati si intende innovazione dei prodotti, quindi vendibilità sul mercato perchè sempre all'avanguardia, quindi il tutto tradotto in creazione di posti di lavoro, che al giorno d'oggi sono merce ben rara...
Ci sono realtà nel Paese che con le loro sole forze riescono a fare ricerca e creare nuove strade per ottenere veri e propri risultati concreti, rischiando del loro e basta! Se queste aziende dovessero attendere aiuti pubblici, probabilmente avrebbero gia chiuso i battenti da un pezzo, soffocate dalle varie burocrazie, dai tagli che si operano indistintamente a qualsiasi settore produttivo, dal continuo rinnegare la meritocrazia da parte di chi dovrebbe scegliere chi premiare o meno con incentivi di vario genere e dalla disarmante arretratezza dei mezzi tecnologici a disposizione dello Stato stesso.
Anche nel pubblico, e quindi parlo di Università dove si dovrebbe fare la ricerca che permetterebbe l'apertura di nuove strade produttive, si vive sempre e solo di precariato perenne, laddove si dovrebbe dare sicurezza per il futuro a quegli individui che dovrebbero farla la ricerca. Invece non viè certezza del domani per nessuno, e giustamente chi può scappa all'estero a da là poi, in un secondo tempo, i cosiddetti "cervelli in fuga" ci faranno una impari concorrenza a livello tecnologico perchè avranno avuto la possibilità di mettere in pratica le loro genialità.
Il discorso si può applicare a qualsiasi settore e il nocciolo della questione non sta nel volere chiedere risorse allo Stato, ma la richiesta è quella di mettere a disposizione le strade e soprattutto la complicità di veduta a quelle realtà produttive che hanno veramente delle idee e delle prospettive. La nostra classe dirigente, come gia sottolineato altre volte, è vecchia e ottusa, non ha la volontà e il coraggio di scegliere strade nuove: prendiamo ad esempio gli accordi stipulati la settimana scorsa con la Francia riguardo al nucleare. Il fatto che si voglia riprendere in mano una tecnolgia che abbiamo abbandonato 20 anni fa non è positivo, non è una scelta che guarda al futuro!! Il tempo perso in due decenni non si recupera più in 10 anni, lo sforzo economico che si metterà in atto non solo per la costruzione ma anche per la formazione dei vari tecnici è smisurata in confronto a quello che si otterrà e soprattutto ai tempi bibilici che la cosa richiede. Il momento di grave carenza monetaria e energetica richiede scelte profondamente innovative e rapide, ci vogliono proposte nuove e a basso impatto ambientale, ci vuole il coraggio di tentare nuove strade!! Se le energie che si impegneranno nel progetto nucleare venissero impiegate nella ricerca e nello sviluppo dei mezzi per lo sfruttamento delle rinnovabili probabilmente, anzi sicuramente, tra 11 anni, tempo previsto per la messa in funzione dei reattori (....), avremo una quantità tale di innovazione che otterremo magari gli stessi risultati quantitativi come energia prodotta, ma saremmo all'avanguardia come ricerca in determinati settori! E questo sarà importantissimo per gli ulteriori anni a venire...Senza dimenticare che ricerca = creazione di posti lavoro, sfruttamento delle eccellenze che le nostre Università sfornano e il fatto che ci potremmo tenere in casa quelle risorse umane che spesso il resto del mondo ci invidia! Ci hanno sempre messo in testa che per quanto illimitate e a costo ambientale zero, le energie rinnovabili non riuscirebbero mai a soddisfare il nostro fabbisogno energetico come fanno i classici quanto obsoleti carburanti fossili o il nucleare: sono convinto che siamo stati vittima di una colossale disinformazione volutamente ordita da quella parte di società che ha profondi interessi nel mantenere le cose come sono sempre state negli ultimi 70 anni. Sono altresì convinto che se una parte delle risorse mondiali che si sono spese in ricerca in tutti questi anni fossero state indirizzate per la ricerca di un sempre migliore sfruttamento delle energie alternative, probabilmente oggi una grande percentuale del nostro fabbisogno energetico sarebbe prodotto a impatto ambientale zero!
D'altronde basta pensare che un banale motore a combustione interna di oggi consuma e inquina 1000 volte meno di uno di 35/40 anni fa, e il concetto di funzionalità alla base del motore in questione è lo stesso....
In Italia c'è da rivedere tante cose, siamo arrivati a un punto che dobbiamo per forza rinnovarci a fondo, sia come strutture ma prima ancora come mentalità: se non ci togliamo dal mezzo i nostri attuali governanti che non hanno la lungimiranza necessaria per migliorare le nostre condizioni temo che questa volta, di fronte a fenomeni socio-economici di così larga scala all'Italia non basterà attaccarsi alla sua proverbiale capacità di riuscire grazie a un'innata genialità individuale che tutti ci invidiano per togliersi dal pantano in cui siamo caduti. Non ci saranno ganci a cui aggrapparsi, e quando la nave affonda purtroppo sappiamo tutti come ci si comporta per tentare di salvarsi la vita...

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